I Vini Estremi di Furore

Interpretare il territorio.
Un vino ha quasi l’obbligo morale di farlo.
Descrivere il paesaggio, la cultura, i colori e il calore della terra in cui nasce. A prescindere dai vitigni, dalle tecniche agricole, dalle scelte enologiche che lo portano in bottiglia. Il vino deve raccontare, rappresentare.

Alcuni ci riescono meglio di altri.

Sono i vini estremifurore2, figli della fatica dell’uomo che è riuscito a strappare alla montagna, al mare, alle rocce piccoli pezzi di terra in zone impervie, talvolta nemmeno raggiungibili da una strada, dove coltivare e far crescere la vite.
Ed il risultato di tanta tenacia molto spesso restituisce dei frutti davvero unici..
In queste terre estreme esiste un’altra Italia del vino,  fatta di vignaiuoli pieni di passione che sono riusciti a regalarci l’emozione di vini autentici e rari, prodotti in poche bottiglie che non racchiudono solo il gusto di vitigni spesso sconosciuti, ma anche la suggestione della loro storia e della loro unicità.

Furore è un piccolo gioiello nel mezzo della Costiera Amalfitana, 500 metri a picco sul mare, con viti piantate su pareti rocciose verticali, a pochi passi da rinomate località turistiche come Positano, Amalfi e Ravello.
La coltivazione vuole essere la custodia di un patrimonio storico altrimenti destinato a sparire: fenile, piedi rosso, ginestra, pepella, ripolo, tintore, sciascinoso, sono alcuni dei rarissimi vitigni impiegati, al punto che il biancolella e la falanghina con cui si produce invece il Furore Bianco, in confronto potrebbero sembrare vitigni di fama mondiale, perché sicuramente molto più noti.

furore

Una perfetta rappresentazione in forma liquida della costa di Amalfi e dei suoi dintorni è il Costa d’Amalfi Fuore Bianco Fiorduva di Marisa Cuomo, un bianco da vitigni Fenile, Ginestra e Ripoli.. Icona dorata e brillante. Di classe infinita.

fiorduvaIl bicchiere è una spremuta finissima di immagini, scorci e profumi di quella costa fatta di scale, muretti, terrazze, pergolati, essenze mediterranee, agrumi, sale.

Tavolozza olfattiva di impressionante complessità ed eleganza. Pesca, agrumi, rosmarino, salvia e poi miele, mandorle, note minerali di pietra al vento, sole e acqua.

In bocca ritorna tutta la frutta in polpa pronta, elevata da una nota sapida incredibilmente lieve, fine e presente che dà senso a tutta la complessa armonia che questo nettare sprigiona.

Il ricordo e’ una interminabile scia di brezza marina.

E’ grande la dimensione ritrattistica di questo vino.

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