Il re dei vini

 

“Tre nasi sono quel che ci vuole

per il Barolo”

Cesare Pavese

 

 

Il Barolo, nasce in Piemonte, sulle colline delle Langhe, dove una terra fortunata lo nutre, le mani dei vignaioli lo allevano e delle cantine accoglienti lo proteggono. È un vino nobile e generoso, dalla storia importante. Già nel Settecento vantava estimatori in tutta Europa e agli inizi dell’Ottocento cominciò ad essere prodotto con le caratteristiche attuali. Fu Giulia Colbert Falletti, marchesa di Barolo, a dare un contributo fondamentale alla produzione di Nebbiolo, un’antica varietà di uva coltivata in Piemonte da molti secoli che matura tardivamente verso la fine di ottobre. I grappoli sono di colore blu intenso e tendono al grigio per l’abbondante cera che riveste gli acini, la loro forma  è allungata, piramidale, con acini piccoli, sferici e dalla buccia consistente. Il vitigno, vigoroso, ha la caratteristica di crescere rapidamente e necessita per questo di criteri particolari di potatura. Le foglie sono di media grandezza, trilobate o anche pentalobate.

È stato invece Camillo Benso Conte di Cavour ad aver fatto arrivare in zona il famoso enologo francese per “costruire” un vino secco, importante, “alla moda di Bordeaux”. Il risultato trovò un immediato riscontro presso Casa Savoia e presso le corti di tutta Europa.

Il Barolo è conosciuto in Italia e all’estero per la sua austerità, la ricchezza di sapori e di aromi. Prodotto a sud ovest di Alba nella cosiddetta Langa del Barolo è un vino dalle caratteristiche uniche determinate dal complesso profilo geologico della zona. Oggi quella del Barolo è la denominazione italiana di maggior pregio e i due castelli che hanno visto la sua nascita, quello dei  Marchesi di Barolo e quello del  Conte di Cavour, sono sedi di importanti enoteche.

Grazie alle caratteristiche organolettiche e alla sua grande struttura, il Barolo si dimostrò subito vino adeguato all’invecchiamento e all’esportazione. Il suo successo europeo portò nel 1908 alla delimitazione della zona d’origine e, nel 1934, alla fondazione del “Consorzio di Tutela” insieme al  Barbaresco. Risale poi al 1966 il riconoscimento della DOC e al 1980 quello della DOCG.

 

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