L’Orvieto classico, “sole d’Italia in bottiglia”

L’Orvieto è un vino antichissimo già prodotto dagli Etruschi sui rilievi dominati dall’alta rupe di tufo. Prediletto da Papi ed aristocratici,chiamato da Gabriele D’Annunzio “sole d’Italia in bottiglia”, è divenuto nei secoli uno dei simboli di Orvieto nel mondo.

L’Orvieto è uno dei vini italiani più famosi, in Italia e nel mondo.

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Prende il nome dalla famosa città rupestre e gode di fama importante anche lontano dalla zona d’origine. La denominazione “classico” attesta che l’Orvieto è ottenuto da uve coltivate nella zona d’origine più antica (in Umbria). Comprende la zona di produzione di 14 comuni: Orvieto, Allerona, Alviano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Ficulle, Guardea, Montecchio, Fabro, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Porano in provincia di Terni e Castiglione in Teverina, Civitella D’Agliano, Graffignano, Lubriano, Bagnoregio in provincia di Viterbo.

L’Orvieto viene generalmente proposto in due versioni, secco e amabile, entrambe dalle stesse uve, quali Trebbiano toscano (localmente chiamato “Procanico”), Verdello, Grechetto, Malvasia toscana e Drupeggio. La versione “amabile” è probabilmente la più
antica espressione enologica di Orvieto. In antichità, infatti, la conservazione del vino nuovo in ambienti molto freddi, favoriva il mantenimento di un elevato tenore zuccherino.

I primia a coltivare la vigna, scoprendo la vocazione di questi terreni, furono appunto gli Etruschi, i quali facevano fermentare i mosti nelle grotte scavate nella rupe tufacea su cui si erge la cittadina.

orvietoDurante tutto il Medioevo, il periodo di maggiore ricchezza della città di Orvieto, l’Orvieto divenne il vino dei papi e divenne una delle principali risorse per finanziare la costruzione dello stesso Duomo: gli appalti per la costruzione dell’edificio, ma persino le commesse per la realizzazione di operere d’arte e affreschi vennero in parte pagati proprio con il preziossimo vino. In pochi ricordano che lo stesso Luca Signorelli, autore del ciclo di affreschi che  bellissimi affreschi che ornano la Cattedrale, aveva richiesto in cambio della propria opera un vitalizio di 1.000 litri di vino di Orvieto ogni anno. Non stupisce quindi che nei bassorilievi del Duomo il tema della vigna e dell’uva siano piuttosto ricorrenti.

L’Orvieto, inoltre,  venne utilizzato da Garibaldi e dai Mille per brindare prima della loro partenza.

Per tutti questi meriti e per la sua bontà il vino di Orvieto venne ribattezzato da Gabriele D’Annunzio “il Sole d’Italia”.

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