Vini da meditazione…

“Vini da meditazione” è un’espressione moderna che si è affermata in Italia a partire dagli anni ’70.

Inizialmente, la cultura enologica si basava principalmente sui vini concepiti per essere bevuti solo durante i pasti.In quel periodo si prestava molta attenzione, in particolar modo, a controllare gli eccessi o le carenze (ad esempio gli squilibri in termini di acidità, zuccheri residui) che rendevano i vini più fruibili solo se sposati con una pietanza: infatti, accostando un vino acido a un piatto grasso, la grassezza e l’acidità si annullavano a vicenda.

meditazione

In seguito, grazie all’invenzione di tecniche più moderne, hanno fatto la loro comparsa i “vini da meditazione”. Il fenomeno dei vini da meditazione ha coinvolto, in primis, i vini dolci, che in passato erano solo zuccherosi ed ossidati, bisognosi dell’accompagnamento di un po’ di pasticceria. I nuovi vini dolci erano e sono bevibili da soli, non sono più ossidati, hanno profumi più freschi e fragranti e zuccheri residui più bilanciati.

Il vino da meditazione è un vino da filosofia. Ricordiamo, infatti, Platone che definiva il vino come “bevanda propizia al filosofare”. Socrate, invece, considerava il vino un mezzo necessario per portare alla luce le verità nascoste. Altri filosofi sostenevano che bisogna “bere bene per bere meglio”, ovvero: bere in giusta misura al fine di assaporare meglio e gustare l’incatevole piacere “di-vino”.

vinsanto

E’ importante dire che l’ingrediente essenziale che permette di rendere il consumo del nostro vino ancora più unico è lo stato d’animo che abbiamo nel gustarlo. Infatti, la meditazione vera e propria sta nel raggiungimento dell’equilibrio tra noi stessi e il nostro vino.
E allora? Buona meditazione!

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